FILM | LA FORMA DELL’ACQUA: quando l’amore non ha bisogno di parole

Immagine correlata

Gli Oscar hanno scelto come vincitore per la categoria di Miglior Film una delicata riflessione su una di quelle cose tanto semplici e naturali quanto complicate e travolgenti, di cui non ci stancheremo mai di parlare: l’amore.

La Forma dell’Acqua (The Shape of Water), ultima opera di Guillermo del Toro (anche lui vincitore come Miglior Regista) è arrivato alla serata degli Oscar del 4 marzo con ben 13 nomination, portando a casa 4 statuette (oltre a quelle già citate anche per la scenografia e la colonna sonora)!

IL FILM:

Siamo in una Baltimora nel 1962 in piena Guerra Fredda e seguiamo le vicende di Elisa (Sally Hawkins), una donna muta che lavora in un laboratorio governativo come donna delle pulizie. La sua routine quotidiana fatta di sveglia, vasca da bagno, vestito accurato e corse al lavoro è stravolta dall’arrivo dell’ultimo esperimento top secret tra le mura della struttura: una creatura acquatica su cui gli Americani vogliono effettuare studi e prove per poterla sfruttare come arma contro i Russi.
Il “mostro” ed Elisa sviluperranno subito una grande intesa, fatta di gesti e sorrisi, creando una comprensione che rompe le pareti del linguaggio per connettere anima e corpo…

Ci sono incontri nella vita che ti cambiano l’esistenza, talvolta migliorandola o lasciandoti semplicemente una nuova consapevolezza.
Come per Chiamami col tuo Nome (qui la nostra recensione), anche La Forma dell’Acqua offre una fantasmagorìa sull’amore, che trova ragion d’essere nel film in molteplici concretizzazioni.
Oserei dire, infatti, che il sentimento straripa oltre i confini narrativi per inondare anche i comparti tecnici per cui è nominato (regia, fotografia, scenografia, colonna sonora).
È come se tutto il film fosse una dichiarazione d’amore che Guillermo fa nei confronti di tre punti principali:

1. Il cinema e le sue storie: 

Le atmosfere devono molto a Il mostro della laguna nera, il piglio iniziale si ispira tanto ad Ameliè, la Bella e la Bestia ci sono in carne e squame. Si assiste ad un film sfacettato, con momenti fantascientifici, di tensione come in un classico giallo, un po’ favola e un po’ reale per il contesto storico, con una spruzzata di musical che non fa mai male! Il NY Times ha anche stilato una comoda lista da consultare per ricostruire tutte le influenze possibili e immaginabili che sottendono alla realizzazione di questo “omaggio” all’arte;

la forma dell'acqua michael shannon 2

2. L’estetica:

Tra scene oniriche e cruda realtà, è impossibile non rimanere ipnotizzati come sotto un incantesimo dai set e dalla fotografia; tutto è curato nei minimi dettagli.
Il film è profondamente immerso in questo colore verde che ricorda l’acqua un po’ torbida e paludosa, dalle ambientazioni macro (bellissime) fino ai più minimi dettagli (come il sapone per le mani o le chewin-gum).

Man mano che l’amore divampa nella protagonista, ecco che lei inizia a vestirsi di rosso, il colore della passione per eccellenza (e complementare del verde). Ma di rosso è anche il sangue, la violenza…

La forma dell'acqua protagonista

Premio alla miglior scenografia super meritato!

3. Gli outsiders:

La predilizione per il diverso è lampante: i protagonisti hanno personalità molto differenti, ma ciò che li accomuna è un senso di malessere e incompletezza che si sviluppa su differenti piani. Elisa, sola sentimentalmente e chiusa nella sua bolla del mutismo; Zelda (Octavia Spenser), afroamericana in un periodo razzista e ingabbiata in un matrimonio infelice; Giles (Richard Jenkins), omosessuale e artista vecchio stampo, obsoleto rispetto la tecnologia che avanza. Perfino il violento colonnello Strickland, sebbene ai limiti della macchietta, è “rotto”…e non solo metaforicamente.

La forma dell'acqua protagoniste

Ci sono cose della vita che offriranno sempre nuova linfa a storie, pensieri, situazioni; La Forma dell’Acqua è una di esse.
Vi lascerà più leggeri perché il lieto fine è quasi d’obbligo, ma anche più speranzosi in qualcosa di meglio, perchè il sentimento narrato è così antico che è insito in tutti noi e non ha bisogno di parole per essere spiegato. Basta uno sguardo, un sorriso, una carezza. Lasciatevi sorprendere.

Immagine correlata

Voto: 4su5/5

Andrea

Un commento Aggiungi il tuo

Lascia un commento