FILM | A STAR IS BORN: la ballata dell’Amore vero

A star is born song
© Warner Bros. Pictures. All rights reserved

Si dice che quando muore una stella, questa può brillare come non ha mai fatto prima, contraendosi prima di spegnersi per sempre.

**SPOILER**

A Star Is Born è la quarta reincarnazione di un film che ha segnato più generazioni (nel 1937, 1954 e 1976) e che è pronto a far parlare di sè con l’uscita in sala l’11 ottobre.

Il film vede un doppio debutto, che è anche una sfida: alla regia e al microfono per Bradley Cooper e come attrice sul grande schermo per Lady Gaga, dopo il cameo in Machete Kills e La Contessa in American Horror Story.

LA TRAMA

Lei: Ally, cameriera con il sogno di cantare e far emozionare un pubblico con i suoi testi, scartata dall’industria musicale per “colpa” di un naso troppo grosso.

Lui: Jack Maine, una rockstar consumata da alcool e droghe, che scopre il talento della ragazza in una notte piena di intesa sessuale e cantautoriale.

Dal loro primo incontro, avvenuto in un locale di Drag Queen, la storia si intreccia come un duetto: Ally e Jack si rincorrono e si abbracciano, uniscono voce e anima, cercando entrambi di superare la codardia che li lega al proprio passato, fatto di rifiuti e “no” per la prima, traumi e abusi per il secondo.

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La recitazione di Lady Gaga sorprende, la chimica con Bradley sfavilla. Sebbene la prima parte del film si muova sotto la buona stella di una favola – in cui Ally realizza tutti i suoi sogni più reconditi con enorme facilità – il sentimento tra i protagonisti vale tutto. Le lacrime sono amare, i sorrisi sinceri, l’angoscia tagliente. Tutto sembra maledettamente reale.

Come reali sono le canzoni, registrate direttamente sul set: pronte a farsi spazio non solo nella mente ma anche nel cuore. E lo spettro dei generi è abbastanza ampio, proprio come la carriera discografica di Lady Gaga ci ha abituato (e di cui, insieme a Bradley e altri, è co-autrice):

Prima alla Joanne, con musica country e intima, poi back to the Just Dance, pop e commerciale, per finire alla Cheek to Cheek, glamour e lirica. Senza dimenticare l’anima rock di Jack, che sovrasta il palco con sicurezza e grande presenza.

Non solo, ma sembra che il melodramma di Ally debba molto al volto che la raffigura: la metamorfosi che vive su schermo può ricordare il cammino della Ei fu Gaga, nata con maschere che le nascondevano il naso e fatta di strutture per richiamare i riflettori.

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Il castano non funziona, devi farti biondo platino”: parole del manager ad Ally dopo il rilascio del suo primo singolo. Ed è subito occhiolino allo spettatore.

Le intenzioni del film sembravano essere lodevoli: critica dello star system, sensibilizzazione su droga, alcool e depressione; il risultato però, sembra incompiuto, quasi superficiale. Forse perché troppo studiato, come se lo script si fosse composto su carta unendo i vari puntini che si volevano toccare: Amore e odio, vita e morte, ascesa e discesa.

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Ma se è vero che le stelle prima di scomparire brillano come mai fatto prima, allora il finale vale tutto il film: perché non basta perdonare gli altri, ma bisogna anche riuscire a perdonare se stessi. Perché “volevo guardarti ancora una volta” all’inizio sembra una promessa, ma poi può diventare una condanna.

Non è il film dell’anno, ma sicuramente sa come conquistarti. Esci dalla sala dopo aver vissuto  un vero roller coaster di emozioni, un po’ spaesato e un po’ sorridente.

Se una storia semplice e già vista ha comunque il potere di sedurti, intrattenerti e spezzarti il cuore…chapeau!
E speriamo di rivederci agli Oscar, cara Gaga…non solo agli Emmy!

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Voto: 3,5su5.jpg/5

– Andrea

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