V.E.P. | E la persona dell’anno è…

Il calendario non mente; pochi giorni mancano al 2018 e l’ansia dei  propositi per il nuovo anno ci attanaglia. Come se non bastasse è anche tempo di bilanci; e, in ritardo rispetto al Times ma in anticipo rispetto la mezzanotte del 31 dicembre, anche noi siamo qui per decretare la persona dell’anno per questo 2017 ormai finito.

Questa rubrica è dedicata alle Very Empovering People (V.E.P.), ovvero tutte quelle persone famose (e non) che possono ispirarci in qualche aspetto della nostra vita, dal lavoro agli hobby.

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Per questo siamo orgogliosi di eleggere come PDA nientepopodimenoche
te, caro lettore.
Si, perché ognuno di noi merita di essere celebrato in questo giorno, per gli ostacoli superati, per quelli non ancora risolti, per le gioie raggiunte e per i problemi vissuti.

C’è un detto che sostiene che a Capodanno due sono le fazioni differenti in cui ci dividiamo:

  1. Chi aspetta mezzanotte per dare il benvenuto all’anno nuovo
  2. Chi aspetta mezzanotte per accertarsi che l’anno in corso sia davvero finito

Quale che sia la tua posizione e per quanto ore, minuti e secondi siano solo convenzioni sociali a cui ci atteniamo per praticità, se posso vorrei darti/mi un consiglio: nei primi secondi del 2018 fermati e percepisci il presente senza guardare nè in avanti nè indietro. Vivere con troppe aspettative non fa bene; vivere con troppi rimorsi non fa bene.

Il cervello spontaneamente ricorda più facilmente gli eventi negativi, brutti e dolorosi rispetto a quelli positivi; perché? Si potrebbe parlare di come l’essere umano sia intrinsecamente nichilista, di come gli insuccessi segnano molto più dei successi.
Nonostante tutto, la vita è davvero meravigliosa e forse avere la possibilità di fermarsi per un secondo e apprezzare il presente senza aver paura di cosa succederà e senza aver rimorsi per quello che è successo è un regalo meraviglioso da farsi.

Per questo vorrei concludere con 3 auguri per il 2018 che verrà, prendendo spunto e citando Kurt Vonnegut e la sua raccolta di discorsi dal titolo davvero beneaugurante: Quando siete felici fateci caso.
E chissà se questi auguri non possiate davvero adottarli come propositi per il nuovo anno!

 

1. Essere gentili e buoni con se stessi e con gli altri, perché ognuno ha le proprie battaglie e un sorriso in più può alleggerire la nostra e la loro giornata.

Di regola io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo.

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2. Credere nelle proprie passioni: non solo per avere un obiettivo e vederle realizzate, ma soprattutto per veder formare la propria anima. Non c’è niente di più bello nel conoscersi, nel sapere cosa ci fa emozionare.

Praticare un’arte, non importa a quale livello di consapevolezza tecnica, è un modo per far crescere la propria anima, accidenti. Cantante sotto la doccia. Ballate ascoltando la radio. Raccontate storie.

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3. E, soprattutto, notare ogni singola cosa che, per quanto minuscola, ci può rendere felici. Perché la magia è nel riconoscere quell’istante e viverlo pienamente.

Ma tornando a mio zio Alex, che ormai è in paradiso. Una delle cose che trovava deplorevole negli esseri umani era che si rendevano conto troppo raramente della loro stessa felicità. Lui invece faceva del suo meglio per riconoscere apertamente i momenti di benessere. Capitava che d’estate ce ne stessimo seduti all’ombra di un melo a bere limonata, e zio Alex interrompeva la conversazione per dire: «Cosa c’è di più bello di questo?».
Spero che voi farete lo stesso per il resto della vostra vita. Quando le cose vanno bene e tutto fila liscio, fermatevi un attimo, per favore, e dite a voce alta:«Cosa c’è di più bello di questo?»

 

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Buon 2018 lettori, che sia un capodanno per voi…spumeggiante!

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